MMP BLOG #6 COS'E' UNA MONETA SOVRANA?
Di L. Randall Wray
Fonte: Modern Money Primer
Blog#6 neweconomicperspectives.blogspot.com
Traduzione a cura di Marco Sciortino
Nelle ultime settimane abbiamo esaminato in qualche punto l'approccio dei tre bilanci sviluppato largamente da Wynne Godley. In qualche modo tutto ciò è propedeutico per esaminare la natura della moneta moderna. Inoltre, come molti di voi hanno già riconosciuto, una caratteristica chiave che contraddistingue la MMT è la sua visione su come il governo realmente spende. A partire da questo blog cominceremo a sviluppare la nostra teoria della moneta sovrana.
Per cui nelle prossime settimane esamineremo la spesa dei governi che emettono la propria valuta domestica. Presenteremo dapprima i principi che sono applicabili a qualunque emettitore di valuta domestica. Questi principi si applicano sia ai paesi sviluppati che a quelli in via di sviluppo, tralasciando il sistema dei tassi di cambio. Poi passeremo all'analisi dei fattori particolari che si applicano a quest'ultimi. Alla fine discuteremo le conseguenze dell'analisi per i differenti regimi valutari.
In questo blog ci occuperemo del concetto di una moneta sovrana.
Valuta domestica. Per prima cosa introduciamo il concetto di moneta di conto — il Dollaro australiano, il Dollaro USA, lo Yen giapponese, la Sterlina britannica, e l'Euro europeo sono tutti esempi di monete di conto. Le prime quattro di queste monete sono ciascuna associata ad una singola nazione. Di contro, l'Euro è una moneta di conto adottata da un numero di paesi che hanno aderito all'Unione Monetaria Europea. Per tutta la storia, la consuetudine è stata: "una nazione, una moneta", sebbene vi sia stato un numero di eccezioni a questa regola, incluso il moderno caso dell'Euro.
La maggior parte della discussione che segue sarà focalizzata sui più comuni casi, nei quali una nazione adotta la propria moneta di conto, e nei quali il governo emette una valuta denominata in quella moneta di conto. Quando ci dedicheremo ai casi eccezionali, come l'Unione Monetaria Europea, identificheremo attentamente le differenze che sorgono quando una valuta è divorziata dalla nazione.
Notate che la maggioranza dei paesi in via di sviluppo adotta la propria valuta domestica. Tuttavia, alcuni di essi ancorano le proprie valute, quindi, cedono un grado dello spazio della politica interna, come verrà discusso più in basso. Comunque sia, dato che essi emettono le proprie valute, la presente analisi sulla moneta di conto si applica anche a loro.
Notate anche, seguendo la discussione di cui alla fine del blog 4, che noi riconosciamo che le singole famiglie e imprese (e persino i governi) possono utilizzare valute straniere anche all'interno della loro economia domestica. Per esempio, all'interno del Kazakistan (e di molte altre nazioni in via di sviluppo) alcune transazioni possono avvenire in Dollari USA, mentre altre in Tenge. E i singoli possono accumulare ricchezza netta denominata in Dollari o in Tenge. Comunque, i principi contabili che si applicano alle monete di conto si applicano anche (separatamente) ad ognuna di queste valute.
Una nazione, una moneta. La prassi prevalentemente dominante per una nazione è adottare la sua unica moneta di conto — il Dollaro USA (US$) in America; il Dollaro australiano (A$) in Australia; il tenge kazaco. Il governo di tale nazione emette una valuta (solitamente consistente in monete metalliche e in banconote cartacee di varie denominazioni) denominata nella sua moneta di conto. La spesa del governo, come pure le passività fiscali, i tributi, e le multe dovute al governo, sono denominate nella medesima moneta di conto. Il sistema giudiziario stima i risarcimenti nei casi civili usando la stessa moneta di conto.
Per esempio, i salari sono calcolati nella moneta di conto nazionale e, nell'eventualità che il datore di lavoro non paghi i salari dovuti, i tribunali faranno valere i contratti di lavoro e stimeranno i risarcimenti monetari da rimborsare all'occupato da parte del datore di lavoro.
Un governo potrebbe anche usare una valuta straniera per alcuni dei suoi acquisti, e potrebbe parimenti accettare una valuta straniera in pagamento. Potrebbe anche prendere somme in prestito — emettendo degli Io Ti Devo — in valuta straniera. Di solito, ciò viene effettuato quando il governo fa acquisti di importazione o quando vuole accumulare riserve in valuta estera (ad esempio quando vi ancora la propria moneta). Anche se è importante, ciò non cambia la contabilità della valuta domestica. Ossia, se il governo kazaco spende più Renge di quanti ne riscuote con le tasse, incorre in un deficit di bilancio in Tenge che è esattamente uguale all'accumulazione di Tenge del settore non governativo tramite il suo surplus di bilancio (se assumiamo un settore estero in equilibrio, sarà il settore privato interno che accumulerà Tenge).
Dimostreremo che il governo ha molti più margini (che chiameremo "spazio di politica interna") quando spende e tassa nella propria moneta piuttosto che quando spende e tassa in una valuta straniera. Per il governo kazaco incorrere in un deficit di bilancio in Dollari USA, implicherebbe dover entrare in ulteriore possesso di Dollari prendendoli in prestito. Questo è più gravoso che spendere emettendo tenge al settore privato interno che vuole accumulare risparmio netto in tale moneta di conto.
È pure importante osservare che in molte nazioni vi sono contratti privati stipulati in monete di conto straniere. Per esempio, in alcuni paesi latino americani, nonché in alcune altre nazioni in via di sviluppo qua e là nel mondo, è usuale stipulare alcuni tipi di contratti in termini del Dollaro USA. È anche usuale in molte nazioni utilizzare la valuta USA in pagamento nelle transazioni private. In base ad alcune stime, il valore totale della valuta USA che circola al di fuori dell'America eccede il valore della valuta USA usata in patria. Per cui, una o più monete di conto straniere, così come le valute estere, potrebbero essere adoperate in aggiunta alla moneta di conto domestica ed alla valuta domestica denominata in tale unità.
Talvolta ciò è esplicitamente riconosciuto, e permesso, dalle autorità, mentre altre volte è parte dell'economia sommersa, che cerca di sfuggire ai controlli impiegando valuta straniera. Potrebbe essere sorprendente apprendere che negli Stati Uniti le valute estere circolavano di fianco al Dollaro ben già dal XIX secolo; in effetti, il Tesoro USA accettava persino pagamenti in tasse in valuta estera fino alla metà del XIX secolo.
Comunque, tali pratiche sono estremamente rare nei paesi sviluppati che emettono le proprie valute (ad eccezione delle nazioni dell'Euro — ognuna delle quali utilizza l'Euro che effettivamente è una valuta "straniera", dalla prospettiva della singola nazione). Tuttora non è insolito nelle nazioni in via di sviluppo, per le valute straniere, circolare affianco alla valuta domestica, e talvolta i loro governi volentieri le accettano. In alcuni casi, i commercianti addirittura preferiscono le valute straniere alla valuta domestica
Questo ha implicazioni per la politica, come verrà discusso in seguito.
Sovranità e moneta. La valuta nazionale è spesso vista come "moneta sovrana", ovvero, la moneta emessa dal governo sovrano. Il governo sovrano ritiene per sé una varietà di poteri che non sono attribuiti ai singoli o alle istituzioni private. Ecco, siamo solamente interessati a tali poteri associati alla moneta.
Il governo sovrano, da solo, ha il potere di determinare quale moneta di conto riconoscerà per i rendiconti ufficiali (come discusso, potrebbe scegliere di accettare una valuta estera in alcuni pagamenti — ma questo è ad appannaggio di esso). Inoltre, gli odierni governi sovrani, da soli, sono investiti del potere di emettere la valuta denominata nella propria moneta di conto. Se un'entità al di fuori del governo provasse ad emettere la valuta domestica (se non esplicitamente autorizzata), sarebbe perseguita come contraffattrice, con severe sanzioni conseguenti.
Inoltre, il governo sovrano impone oneri fiscali (nonché multe e tributi) nella sua moneta di conto, e decide come questi oneri possono essere pagati — ovvero, decide cosa accetterà in pagamento, cosicché i contribuenti possano estinguere le loro obbligazioni.
In ultimo, il governo sovrano decide altresì come effettuerà i propri pagamenti — cosa offrirà per acquistare beni o servizi, o per estinguere le proprie obbligazioni (quali i pagamenti che deve fare ai pensionati). La maggioranza dei moderni governi sovrani effettua pagamenti nella propria valuta, e richiede pagamenti delle tasse sempre nella stessa.
La prossima settimana continueremo questa discussione, indagando su "cosa spalleggia" la moneta moderna.
Fonte: Modern Money Primer
Blog#6 neweconomicperspectives.blogspot.com
Traduzione a cura di Marco Sciortino
Nelle ultime settimane abbiamo esaminato in qualche punto l'approccio dei tre bilanci sviluppato largamente da Wynne Godley. In qualche modo tutto ciò è propedeutico per esaminare la natura della moneta moderna. Inoltre, come molti di voi hanno già riconosciuto, una caratteristica chiave che contraddistingue la MMT è la sua visione su come il governo realmente spende. A partire da questo blog cominceremo a sviluppare la nostra teoria della moneta sovrana.
Per cui nelle prossime settimane esamineremo la spesa dei governi che emettono la propria valuta domestica. Presenteremo dapprima i principi che sono applicabili a qualunque emettitore di valuta domestica. Questi principi si applicano sia ai paesi sviluppati che a quelli in via di sviluppo, tralasciando il sistema dei tassi di cambio. Poi passeremo all'analisi dei fattori particolari che si applicano a quest'ultimi. Alla fine discuteremo le conseguenze dell'analisi per i differenti regimi valutari.
In questo blog ci occuperemo del concetto di una moneta sovrana.
Valuta domestica. Per prima cosa introduciamo il concetto di moneta di conto — il Dollaro australiano, il Dollaro USA, lo Yen giapponese, la Sterlina britannica, e l'Euro europeo sono tutti esempi di monete di conto. Le prime quattro di queste monete sono ciascuna associata ad una singola nazione. Di contro, l'Euro è una moneta di conto adottata da un numero di paesi che hanno aderito all'Unione Monetaria Europea. Per tutta la storia, la consuetudine è stata: "una nazione, una moneta", sebbene vi sia stato un numero di eccezioni a questa regola, incluso il moderno caso dell'Euro.
La maggior parte della discussione che segue sarà focalizzata sui più comuni casi, nei quali una nazione adotta la propria moneta di conto, e nei quali il governo emette una valuta denominata in quella moneta di conto. Quando ci dedicheremo ai casi eccezionali, come l'Unione Monetaria Europea, identificheremo attentamente le differenze che sorgono quando una valuta è divorziata dalla nazione.
Notate che la maggioranza dei paesi in via di sviluppo adotta la propria valuta domestica. Tuttavia, alcuni di essi ancorano le proprie valute, quindi, cedono un grado dello spazio della politica interna, come verrà discusso più in basso. Comunque sia, dato che essi emettono le proprie valute, la presente analisi sulla moneta di conto si applica anche a loro.
Notate anche, seguendo la discussione di cui alla fine del blog 4, che noi riconosciamo che le singole famiglie e imprese (e persino i governi) possono utilizzare valute straniere anche all'interno della loro economia domestica. Per esempio, all'interno del Kazakistan (e di molte altre nazioni in via di sviluppo) alcune transazioni possono avvenire in Dollari USA, mentre altre in Tenge. E i singoli possono accumulare ricchezza netta denominata in Dollari o in Tenge. Comunque, i principi contabili che si applicano alle monete di conto si applicano anche (separatamente) ad ognuna di queste valute.
Una nazione, una moneta. La prassi prevalentemente dominante per una nazione è adottare la sua unica moneta di conto — il Dollaro USA (US$) in America; il Dollaro australiano (A$) in Australia; il tenge kazaco. Il governo di tale nazione emette una valuta (solitamente consistente in monete metalliche e in banconote cartacee di varie denominazioni) denominata nella sua moneta di conto. La spesa del governo, come pure le passività fiscali, i tributi, e le multe dovute al governo, sono denominate nella medesima moneta di conto. Il sistema giudiziario stima i risarcimenti nei casi civili usando la stessa moneta di conto.
Per esempio, i salari sono calcolati nella moneta di conto nazionale e, nell'eventualità che il datore di lavoro non paghi i salari dovuti, i tribunali faranno valere i contratti di lavoro e stimeranno i risarcimenti monetari da rimborsare all'occupato da parte del datore di lavoro.
Un governo potrebbe anche usare una valuta straniera per alcuni dei suoi acquisti, e potrebbe parimenti accettare una valuta straniera in pagamento. Potrebbe anche prendere somme in prestito — emettendo degli Io Ti Devo — in valuta straniera. Di solito, ciò viene effettuato quando il governo fa acquisti di importazione o quando vuole accumulare riserve in valuta estera (ad esempio quando vi ancora la propria moneta). Anche se è importante, ciò non cambia la contabilità della valuta domestica. Ossia, se il governo kazaco spende più Renge di quanti ne riscuote con le tasse, incorre in un deficit di bilancio in Tenge che è esattamente uguale all'accumulazione di Tenge del settore non governativo tramite il suo surplus di bilancio (se assumiamo un settore estero in equilibrio, sarà il settore privato interno che accumulerà Tenge).
Dimostreremo che il governo ha molti più margini (che chiameremo "spazio di politica interna") quando spende e tassa nella propria moneta piuttosto che quando spende e tassa in una valuta straniera. Per il governo kazaco incorrere in un deficit di bilancio in Dollari USA, implicherebbe dover entrare in ulteriore possesso di Dollari prendendoli in prestito. Questo è più gravoso che spendere emettendo tenge al settore privato interno che vuole accumulare risparmio netto in tale moneta di conto.
È pure importante osservare che in molte nazioni vi sono contratti privati stipulati in monete di conto straniere. Per esempio, in alcuni paesi latino americani, nonché in alcune altre nazioni in via di sviluppo qua e là nel mondo, è usuale stipulare alcuni tipi di contratti in termini del Dollaro USA. È anche usuale in molte nazioni utilizzare la valuta USA in pagamento nelle transazioni private. In base ad alcune stime, il valore totale della valuta USA che circola al di fuori dell'America eccede il valore della valuta USA usata in patria. Per cui, una o più monete di conto straniere, così come le valute estere, potrebbero essere adoperate in aggiunta alla moneta di conto domestica ed alla valuta domestica denominata in tale unità.
Talvolta ciò è esplicitamente riconosciuto, e permesso, dalle autorità, mentre altre volte è parte dell'economia sommersa, che cerca di sfuggire ai controlli impiegando valuta straniera. Potrebbe essere sorprendente apprendere che negli Stati Uniti le valute estere circolavano di fianco al Dollaro ben già dal XIX secolo; in effetti, il Tesoro USA accettava persino pagamenti in tasse in valuta estera fino alla metà del XIX secolo.
Comunque, tali pratiche sono estremamente rare nei paesi sviluppati che emettono le proprie valute (ad eccezione delle nazioni dell'Euro — ognuna delle quali utilizza l'Euro che effettivamente è una valuta "straniera", dalla prospettiva della singola nazione). Tuttora non è insolito nelle nazioni in via di sviluppo, per le valute straniere, circolare affianco alla valuta domestica, e talvolta i loro governi volentieri le accettano. In alcuni casi, i commercianti addirittura preferiscono le valute straniere alla valuta domestica
Questo ha implicazioni per la politica, come verrà discusso in seguito.
Sovranità e moneta. La valuta nazionale è spesso vista come "moneta sovrana", ovvero, la moneta emessa dal governo sovrano. Il governo sovrano ritiene per sé una varietà di poteri che non sono attribuiti ai singoli o alle istituzioni private. Ecco, siamo solamente interessati a tali poteri associati alla moneta.
Il governo sovrano, da solo, ha il potere di determinare quale moneta di conto riconoscerà per i rendiconti ufficiali (come discusso, potrebbe scegliere di accettare una valuta estera in alcuni pagamenti — ma questo è ad appannaggio di esso). Inoltre, gli odierni governi sovrani, da soli, sono investiti del potere di emettere la valuta denominata nella propria moneta di conto. Se un'entità al di fuori del governo provasse ad emettere la valuta domestica (se non esplicitamente autorizzata), sarebbe perseguita come contraffattrice, con severe sanzioni conseguenti.
Inoltre, il governo sovrano impone oneri fiscali (nonché multe e tributi) nella sua moneta di conto, e decide come questi oneri possono essere pagati — ovvero, decide cosa accetterà in pagamento, cosicché i contribuenti possano estinguere le loro obbligazioni.
In ultimo, il governo sovrano decide altresì come effettuerà i propri pagamenti — cosa offrirà per acquistare beni o servizi, o per estinguere le proprie obbligazioni (quali i pagamenti che deve fare ai pensionati). La maggioranza dei moderni governi sovrani effettua pagamenti nella propria valuta, e richiede pagamenti delle tasse sempre nella stessa.
La prossima settimana continueremo questa discussione, indagando su "cosa spalleggia" la moneta moderna.
In recent weeks we have examined in some detail the three balances approach developed largely by Wynne Godley. In some sense all of that is preliminary to examining the nature of modern money. Further, as many of you have no doubt already recognized, a key distinguishing characteristic of MMT is its view on how government really spends. Beginning with this blog we will begin to develop our theory of sovereign currency.
So in coming weeks we examine spending by government that issues its own domestic currency. We first present general principles that are applicable to any issuer of domestic currency. These principles apply to both developed and developing nations, and regardless of exchange rate regime. We later move on to analysis of special considerations that apply to developing nations. Finally we will discuss implications of the analysis for different currency regimes.
In this blog we examine the concept of a sovereign currency.
Domestic Currency. We first introduce the concept of the money of account—the Australian dollar, the US dollar, the Japanese Yen, the British Pound, and the European Euro are all examples of a money of account. The first four of these monies of account are each associated with a single nation. By contrast, the Euro is a money of account adopted by a number of countries that have joined the European Monetary Union. Throughout history, the usual situation has been “one nation, one currency”, although there have been a number of exceptions to this rule, including the modern Euro. Most of the discussion that follows will be focused on the more common case in which a nation adopts its own money of account, and in which the government issues a currency denominated in that unit of account. When we address the exceptional cases, such as the European Monetary Union, we will carefully identify the differences that arise when a currency is divorced from the nation.
Note that most developing nations adopt their own domestic currency. However, some of these peg their currencies, hence, surrender a degree of domestic policy space, as will be discussed below. However, since they do issue their own currencies, the analysis here of the money of account does apply to them.
Note also, following the discussion at the end of Blog 4, we recognize that individual households and firms (and even governments) can use foreign currencies even within their domestic economy. For example, within Kazakhstan (and many other developing nations) some transactions can occur in US Dollars, while others take the form of Tenge. And individuals can accumulate net wealth denominated in Dollars or in Tenge. However, the accounting principles that apply to a money of account will still apply (separately) to each of these currencies.
One nation, one currency. The overwhelmingly dominant practice is for a nation to adopt its own unique money of account—the US Dollar (US$) in America; the Australian Dollar (A$) in Australia; the Kazakhstan Tenge. The government of the nation issues a currency (usually consisting of metal coins and paper notes of various denominations) denominated in its money of account. Spending by the government as well as tax liabilities, fees, and fines owed to the government are denominated in the same money of account. The court system assesses damages in civil cases using the same money of account.
For example, wages are counted in the nation’s money of account and in the event that an employer fails to pay wages due, the courts will enforce the labor contract and assess monetary damages on the employer to be paid to the employee.
A government might also use a foreign currency for some of its purchases, and might accept a foreign currency in payment. It might also borrow—issuing IOUs—in a foreign currency. Usually, this is done when the government is making purchases of imports or when it is trying to accumulate foreign currency reserves (for example when it pegs its currency). While important, this does not change the accounting of the domestic currency. That is, if the Kazakhstan government spends more Tenge than it collects in Tenge taxes, it runs a budget deficit in Tenge that exactly equals the nongovernment sector’s accumulation of Tenge through its budget surplus (assuming a balanced foreign sector it will be the domestic private sector that accumulates the Tenge).
We will argue that the government has much more leeway (called “domestic policy space”) when it spends and taxes in its own currency than when it spends or taxes in a foreign currency. For the Kazakhstan government to run a budget deficit in US Dollars, it would have to get hold of the extra Dollars by borrowing them. This is more difficult than simply spending by issuing Tenge to a domestic private sector that wants to accumulate some net saving in Tenge.
It is also important to note that in many nations there are private contracts that are written in foreign monies of account. For example, in some Latin American countries as well as some other developing nations around the world it is common to write some kinds of contracts in terms of the US Dollar. It is also common in many nations to use US currency in payment in private transactions. According to some estimates, the total value of US currency circulating outside America exceeds the value of US currency used at home. Thus, one or more foreign monies of account as well as foreign currencies might be used in addition to the domestic money of account and the domestic currency denominated in that unit.
Sometimes this is explicitly recognized by, and permitted by, the authorities while other times it is part of the underground economy that tries to avoid detection by using foreign currency. It might be surprising to learn that in the United States foreign currencies circulated alongside the US dollar well into the 19th century; indeed, the US Treasury even accepted payment of taxes in foreign currency until the middle of the 19th century.
However, such practices are now extremely rare in the developed nations that issue their own currencies (with the exception of the Euro nations—each of which uses the Euro that is effectively a “foreign” currency from the perspective of the individual nation). Still it is not uncommon in developing nations for foreign currencies to circulate alongside domestic currency, and sometimes their governments willingly accept foreign currencies. In some cases, sellers even prefer foreign currencies over domestic currencies.
This has implications for policy, as discussed later.
Sovereignty and the currency. The national currency is often referred to as a “sovereign currency”, that is, the currency issued by the sovereign government. The sovereign government retains for itself a variety of powers that are not given to private individuals or institutions. Here, we are only concerned with those powers associated with money.
The sovereign government, alone, has the power to determine which money of account it will recognize for official accounts (as discussed, it might choose to accept a foreign currency for some payments—but that is the sovereign’s prerogative). Further, modern sovereign governments, alone, are invested with the power to issue the currency denominated in its money of account.
If any entity other than the government tried to issue domestic currency (unless explicitly permitted to do so by government) it would be prosecuted as a counterfeiter, with severe penalties resulting.
Further, the sovereign government imposes tax liabilities (as well as fines and fees) in its money of account, and decides how these liabilities can be paid—that is, it decides what it will accept in payment so that taxpayers can fulfil their obligations.
Finally, the sovereign government also decides how it will make its own payments—what it will deliver to purchase goods or services, or to meet its own obligations (such as payments it must make to retirees). Most modern sovereign governments make payments in their own currency, and require tax payments in the same currency.
Next week we will continue this discussion, investigating “what backs up” modern money.